L’ascesa e le controversie di Novak Djokovic
Novak Djokovic è indiscutibilmente il più grande tennista di tutti i tempi nella storia del tennis maschile. I suoi record parlano chiaro: ha vinto più titoli del Grande Slam (24), più Masters 1000 (40) e più ATP Finals (7) di chiunque altro. Inoltre, ha trascorso un incredibile totale di 428 settimane come numero 1 del mondo, altro primato assoluto.
Nonostante questi straordinari successi sportivi e il suo importante impegno filantropico, Djokovic continua a dividere l’opinione pubblica e a ricevere un trattamento controverso da parte di molti tifosi in giro per il mondo.
Le ragioni di questa situazione paradossale sono molteplici. Innanzitutto, Djokovic si è imposto in un’era dominata da due icone amatissime come Roger Federer e Rafael Nadal, “rovinando” in parte il loro duopolio. In secondo luogo, alcuni suoi atteggiamenti e dichiarazioni fuori dal campo hanno generato polemiche, come nel caso della controversa Adria Tour organizzata nel 2020 in piena pandemia.
Ma è soprattutto la sua posizione sui vaccini anti-Covid a renderlo una figura divisiva. Il suo rifiuto di vaccinarsi ha portato alla clamorosa esclusione dagli Australian Open 2022, con tanto di detenzione e successiva espulsione dall’Australia. Un episodio che ha polarizzato ulteriormente le opinioni su di lui.
Nonostante tutto, Djokovic continua a collezionare vittorie e record. Il suo rapporto con il pubblico resta però complesso, come dimostrano i fischi ricevuti dopo il ritiro per infortunio nella recente semifinale degli Australian Open 2025.
A 37 anni, il campione serbo si avvicina al finale di una carriera straordinaria ma controversa. Riuscirà a riconciliarsi con parte del pubblico o il suo status di personaggio divisivo lo accompagnerà fino all’ultima partita? Solo il tempo potrà dirlo.